Lavatoi genovesi

Lavatoio in piazza Truogoli di Santa Brigida

(inserito da Luciano Rosselli)

  

 

                                     

I truogoli di Santa Brigida prima del restauro

Un sottopasso e una scalinata portano ad una piccola piazzetta digradante verso il mare, che accoglie gli antichi lavatoi di Santa Brigida. Il lavatoio è formato da una grande vasca, dalle testate curve,  divisa in venti truogoli. Sopra i truogoli, il recipiente di riserva dell’acqua, costruito in metallo è sostenuto da 21 mensole a quarto di cerchio, ancorate alla massa muraria centrale. La copertura, in lamiera ondulata, è sorretta da quattordici colonnine in ghisa, disposte a corona intorno alle vasche, e ingentilite da elementi arcuati in ferro battuto lavorati a ricciolo. Le vasche sono rivestite con lastre in marmo, e i divisori, anch’essi in marmo, sono sagomati nella parte alta. I piani di lavoro sono ricavati da lastre di arenaria ben modellate. L’approvvigionamento idrico, in tempi lontani (si ipotizza infatti che fin dal Quattrocento a Santa Brigida ci fossero dei truogoli o delle sorgenti usate per lavare i panni), avveniva per mezzo di una sorgente detta Bocca di Bove. In seguito furono alimentati con acqua piovana e poi collegati al pubblico acquedotto.

Prospetti sezione e pianta dei truogoòi di Santa Brigida prima del restauro (disegni di Luciano Rosselli)

 

I truogoli di Santa Brigida dopo il restauro

Dismessa la loro funzione, i lavatoi di Santa Brigida vennero abbandonati per molto tempo. Solo in seguito furono recuperati e ricostruiti fedelmente. Furono restaurate e riposizionate sei delle venti vasche originali, e alcuni piani di lavoro in lastre di arenaria modellata, furono sistemate ai lati della piazza. I lavori di restauro terminarono il 24 novembre del 2006.

 

 

 

 

 

 

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